top of page
Cooperante napoletano morto in Colombia, l'ultima telefonata: "Mamma, mi sono messo in un guaio

             LANGUAGE

Mario Paciolla, il 33enne trovato senza vita nella sua casa, aveva chiamato la madre pochi giorni prima. I parenti: "Diteci come è stato ucciso". Petizione on line, raccolte 5700 firme 

"Mamma, sono molto preoccupato. Non mi piace come vanno qui le cose. Devo andarmene al più presto, c'è qualcosa di strano. Mi sono messo in un guaio. Spero di trovare al più presto un biglietto per rientrare". Sono queste le ultime parole che il napoletano trentatreenne Carmine Mario Paciolla "Marettiello", aveva detto alla madre in una telefonata intercontinentale lo scorso 11 luglio. Quindi il silenzio.

La mattina del 15 luglio in Colombia ( mezzanotte in Italia), il cooperante Onu viene trovato morto nell'appartamento di San Vincente dove viveva da solo. Tutto il resto è un mistero, per la famiglia - papà pensionato, mamma fisioterapista - del giovane residente al Rione Alto. Ma è comunque abbastanza per far dire a sua madre Anna Motta. A più di ventiquattro ore dalla notizia della morte di Mario sono molte le domande cui tutta la famiglia cerca di dare risposte logiche in attesa di conferma. Con una premessa. Una certezza: così come Mario aveva fatto capire alla madre che era successo qualcosa di molto grave, così aveva informato nei dettagli i suoi referenti dell'organizzazione che fa capo all'Onu. Dunque il movente di un omicidio sarebbe già noto ma sconosciuto ai familiari.

Un giallo da svelare a migliaia di chilometri di distanza e solo grazie alla disponibilità di sconosciuti dall'altra parte del filo. Si tenta così di ricostruire le ultime ore del giovane dalla vita irreprensibile e, soprattutto, dedicata agli altri. Laureato in Scienze politiche, ex studente del liceo scientifico "Elio Vittorini", Mario era già da molti anni lontano dall'Italia. India, Giordania, Argentina. Poi collaboratore delle Nazioni Unite nel dipartimento colombiano di Caquetà da oramai due anni. Seguiva gli accordi di pace - in realtà trattative ad altissima tensione - tra il governo colombiano e le Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia.

Il racconto prosegue nelle parole di sua cugina Emanuela, avvocato che sta ora seguendo il suo caso. "Mario era tornato a Napoli lo scorso dicembre per la morte della nonna - dice Emanuela quindi era ripartito per la Colombia. Non parlava molto del suo lavoro, sono questioni estremamente delicate " . Poi, improvvisamente, la telefonata dell'11 luglio scorso.

"Mi sento sporco", aveva detto alla madre Anna. " La mattina del 15 è arrivata a casa sua a San Vincente la macchina dell'Onu. Avrebbe dovuto accompagnarlo a Florencia per poi raggiungere Bogotà e partire per l'Italia. Ma lo hanno trovato morto e non sappiamo neanche come - continua Emanuela - Siamo riusciti a parlare con l'ambasciatore della Colombia e siamo certi che se è successo qualcosa certo non ha commesso lui qualche errore. Mario era una persona estremamente ligia al dovere, non sopportava alcun tipo di ingiustizia. E poi lavorava in un team, sappiamo che qualche giorno fa aveva accompagnato alcune autorità locali in una zona rurale, ma non sappiamo cosa stava seguendo esattamente. Certo è però che con il Covid stava lavorando in smart working, quindi stava quasi sempre a casa".

Vicenda che conduce inevitabilmente ai guerriglieri delle Farc, mentre una petizione su change. org per chiarire le cause della morte di Mario ha già raccolto 7.500 firme. Intanto la famiglia aspetta notizie, ha saputo che è in corso l'autopsia, dovrà organizzarsi per il rientro della salma in Italia. La Procura della Repubblica di Napoli potrebbe nelle prossime ore aprire un fascicolo sulla morte di Mario. Interviene anche il sindaco Luigi de Magistris: " Ho preso contatti con la famiglia - attraverso una loro portavoce - per esprimere loro innanzitutto il dolore, lo sgomento della città e la profonda solidarietà non solo alla famiglia Paciolla ma anche ai suoi amici, a quelli che accanto a Mario hanno sempre lottato strenuamente per la difesa dei più deboli e per l'affermazione delle libertà dei popoli". "Ce lo hanno ammazzato - dice mamma Anna, circondata dall'affetto del marito Giuseppe, delle due sorelle maggiori di Mario e dai parenti arrivati a Napoli da diverse città d'Italia - Vogliamo la verità". 

IRENE DE ARCANGELIS

 


Fonte: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2020/07/18/news/napoletano_morto_in_colombia_l_ultima_telefonata_mamma_mi_sono_messo_in_un_guaio_-262251422/?awc=15069_1595643913_32800880b726fcdb4d486d51fea65a3c&source=AWI_DISPLAY

circled-left.png
bottom of page